“Life is short. Dance your buns off”: questa è la premessa di Bunheads, piccolo (ahinoi) capolavoro firmato da Amy Sherman-Palladino e andato in onda su ABC Family – ora Freeform – con una sola stagione fra il 2012 e il 2013.
La serie, prematuramente cancellata, ruota attorno alla giovane ballerina Michelle (Sutton Foster), la cui carriera stenta a decollare. Complice l’alcol di Las Vegas ed una situazione di stallo lavorativo e non, si ritrova a ricominciare da capo nella ridente cittadina di Paradise, dove la sua vita si intreccia con quella di Fanny (Kelly Bishop), proprietaria di una scuola di ballo e donna tutt’altro che facile da gestire, e con quella dei suoi allievi, giovani e meno giovani.
L’intero show porta l’inequivocabile firma della Palladino e, assieme al recente The Marvelous Mrs. Maisel, è il palliativo perfetto per chi è in astinenza dal più noto Gilmore Girls. Infatti, come la serie sulla coppia madre-figlia più conosciuta del mondo seriale, anche Bunheads si svolge in una cittadina piccola e quanto mai particolare, popolata da personaggi bizzarri ma non per questo meno amabili. Se questo non dovesse bastare a darvi un senso di familiarità, il cast è ben noto ai fan di Stars Hollow: partendo da Kelly Bishop, magistrale sia nei panni dell’aristocratica Emily Gilmore sia in quelli della più squattrinata ma ugualmente decisa Fanny, pian piano fanno capolino moltissimi volti noti, quali Rose Abdoo, Liza Weil, Biff Yeager, Sean Gunn e molti altri. A conti fatti, in ogni episodio appare come guest star un ex di Gilmore Girls (fun fact: la “cortesia” è stata poi ricambiata nel recente revival A Year In the Life, in cui sono apparse le ex di Bunheads Sutton Foster, Bailey De Young e Julia Goldani Telles)! Ulteriore elemento in comune fra i due prodotti è il ruolo di assoluto protagonismo dell’universo femminile, non quello geloso e di pugnalate alle spalle proprio di una visione stereotipata delle cose, ma uno fatto di supporto e sostegno fra donne che appartengono a diverse generazioni, che hanno fisicità e attitudini differenti, ma che non per questo smettono mai di essere l’una dalla parte dell’altra.
Tuttavia, quello che rende Bunheads dotato di una sua precisa identità rispetto al cult seriale che mi ha spinto a vederlo è lo spazio dato ai suoi protagonisti adolescenti, con le loro turbe ed insicurezze, grazie anche ad un cast giovane più che all’altezza del ruolo di spessore attribuitogli (la Telles, in particolare, buca lo schermo ogni volta che vi appare). Con la grazia ed armonia di un passo di danza, Amy Sherman-Palladino porta sul piccolo schermo tutte le principali noie che vivono gli adolescenti, dal problematico rapporto col proprio corpo alle prime cotte amorose, passando per i drammi familiari, senza però mai scadere nello stucchevole o artefatto.
La serie, infatti, riesce a mantenersi perfettamente in equilibrio fra l’arguzia comica cui la produttrice statunitense ci ha abituati e la leggerezza che ci si aspetta da uno show con queste premesse, alternando momenti e battute decisamente da adulti con scene adatte ad un pubblico più giovane. Inoltre, non guasta che l’elemento della danza, che rischiava di risultare noioso ad uno spettatore non appassionato, sia presente a dosi non eccessive ed in maniera sempre funzionale al proseguimento della storyline.
I diciotto episodi di Bunheads sono un piccolo gioiellino per gli amanti della comedy che sconfina nella dramedy, confermando che tutto ciò che la Palladino tocca diventa oro. Sebbene la cancellazione della serie abbia fatto andare in fumo larga parte del suo potenziale, è anche vero che il tono graffiante con cui riesce ad intrattenere fa sì che valga la pena vederla lo stesso, pur incompiuta com’è rimasta.
In sostanza, che il dvd di Gilmore Girls sia consumato dalle tante volte che lo avete rivisto o no, Bunheads è quello che ci vuole quando volete trovare una serie dove sentirvi davvero a casa.